Crudele fu quel miraggio
quella luce che abbagliando fuorviò
che abbagliando fece sostare la carovana
che abbagliando la attrasse a sé
e, cupa, la respinse con pari forza.
Primordiale il desiderio di fermarsi nell’ospitale lingua di terra gialla e verde
Rifocillare il bestiame e i carovanieri
per svernare e godere dell’incerta tranquillità del deserto
Ma crudele fu quel miraggio
nessuna oasi nei dintorni né acqua e cibo per i viaggiatori
vana la speranza di sostare per temprarsi.
L’amarezza sfuma e la carovana riprende il suo viaggio.
sabato 23 gennaio 2010
Dune
mercoledì 25 novembre 2009
Due giornate di studio e approfondimento alla riscoperta di un'altra faccia dell'immigrazione: Siciliani d'Africa!
Un gruppo di accademici internazionali provenienti da vari paesi del bacino del Mediterraneo si riuniranno sabato e domenica presso la suggestiva location de “Il Castello di Donnafugata”.
L'evento, curato dal cineasta Arturo Mingardi e patrocinato dalla Regione Sicilia, si incentrerà su approfondimenti tematici nei confronti di un tipo di immigrazione spesso dimenticata, ossia quella dei numerosissimi siciliani che a partire dal secolo scorso hanno scelto di emigrare nelle coste del Nord Africa.
martedì 24 marzo 2009
Unisciti alla Giornata Globale d’Azione per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS), il 30 marzo!
Unisciti alla Giornata Globale d’Azione per
il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS),
il 30 marzo!
(lanciata al WSF 2009 in Belém, Brasile)
Nel dicembre del 2008 Israele ha deciso di celebrare il 60° anniversario della sua esistenza allo stesso modo
in cui è stato fondato: perpetrando massacri contro il popolo palestinese. In 23 giorni, Israele ha ucciso più di
1300 ed ha ferito più di 5000 palestinesi di Gaza. Ironia della storia, Israele ha colpito proprio quei
palestinesi (e i loro discendenti) che aveva espulso dalle loro case nel 1948 costringendoli a vivere come
profughi a Gaza. Gli stessi a cui Israele ha rubato la terra, che vengono oppressi dal 1967 a causa di una
brutale occupazione militare, che Israele ha a ridotto alla fame per mezzo di un criminale blocco al cibo, al
carburante ed all’elettricità nei 18 mesi che hanno preceduto l’attacco militare. Non possiamo aspettare
ancora una volta che Israele fissi il suo prossimo obiettivo. La Palestina è ora diventata il banco di prova
della nostra indispensabile moralità e della nostra umanità comune.
Facciamo quindi appello affinché si uniscano tutte le nostre capacità e forme di lotta in un
Giorno Globale di Azione in Solidarietà con il popolo palestinese e
per il Boicottaggio Disinvestimento e Sanzioni (BDS) contro Israele,
il 30 marzo.
La mobilitazione coincide con il “Giorno palestinese della terra”, commemorazione annuale del massacro
israeliano di palestinesi avvenuta in Galilea nel 1976, durante le lotte dei palestinesi contro la massiccia
espropriazione di terra, e fa parte della Settimana Globale di Azione contro la crisi e la Guerra dal marzo 28
al 4 aprile.
Esortiamo le persone e le organizzazioni in tutto il mondo alla mobilitazione attraverso azioni concrete e
visibili sul BDS, affinché questo giorno rappresenti un passo storico in questo nuovo movimento antiapartheid,
per l’adempimento dei diritti e della dignità delle persone e affinché i potenti rendano conto delle
proprie azioni. Nelle azioni che svolgeremo il 30 marzo, ci concentreremo in particolare su:
● il boicottaggio d’aziende israeliane e internazionali che sostengono l'occupazione israeliana e
l'apartheid
● azioni legali per porre fine all'impunità dei dirigenti politici e militari israeliani e per perseguire i
crimini di guerra da loro commessi in conformità con la legislazione internazionale
● annullamento e l’interruzione degli accordi di libero mercato e degli altri accordi preferenziali
con Israele e l'imposizione di un embargo sulla vendita d’armi come il primo passo verso il
pieno adempimento delle sanzioni verso Israele
ADESSO è il momento per il mondo di adottare e realizzare l’appello palestinese per il boicottaggio,
disinvestimento e sanzioni. Questa campagna deve diventare parte importante di ogni battaglia per la
giustizia e l’umanità, grazie all’adozione di azioni su larga scala contro i prodotti israeliani, le imprese, le
istituzioni accademiche e culturali, i gruppi sportivi, le compagnie internazionali che supportano le politiche
israeliane di razzismo, pulizia etnica ed occupazione militare e grazie alla pressione da esercitare sui governi
per l’adozione di sanzioni. È necessario sostenere questa campagna fin quando Israele non ripristina il libero
accesso a Gaza, smantella il Muro dell’Apartheid e pone fine all’occupazione ed alla colonizzazione delle
terre arabe; fin quando non riconosce il diritto alla piena uguaglianza dei cittadini arabi di Israele; fin quando
non rispetta, protegge e promuove il diritto dei rifugiati palestinesi al ritorno alle proprie case e proprietà.
Per ulteriori informazioni si veda: www.bdsmovement.net
Per informazioni su come partecipare al Giorno di Azione e come sviluppare attività sul BDS nel
tuo paese, organizzazione e network, si contatti il Comitato Nazionale Palestinese sul
Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni a questo indirizzo: info@bdsmovement.net
lunedì 9 marzo 2009
Italia-Libano: accordo per l’insegnamento dell’italiano
L'Ambasciatore Checchia: "Le imprese italiane che operano in settori all'avanguardia quali l'hi-tech, il design e la moda sono alla ricerca di giovani professionisti che padroneggino l'italiano, l'arabo, l'inglese e il francese"
Sempre più stretti i rapporti culturali tra Libano e Italia. Lo testimonia un accordo quadro inteso a rafforzare la cooperazione in materia di insegnamento della lingua e della cultura italiana in Libano, firmato nei giorni scorsi a Beirut dall'Ambasciatore d'Italia, Gabriele Checchia , e dal Professor Zouhair Chokr, Rettore dell'Università libanese. A questo scopo l'Istituto di Cultura dell'Ambasciata d'Italia stanzierà 18.000 dollari in cinque anni per il Centro di Lingue e Traduzione della Facoltà delle Arti e Scienze Umane (CLT).
L'intesa mira inoltre a facilitare il raggiungimento di altri obiettivi: un aumento del personale specializzato per l'insegnamento della lingua italiana: la lettrice italiana nominata dal Ministero italiano (che già insegna l'italiano al CLT), sarà assistita da due nuovi insegnanti locali che saranno finanziati dall'Istituto Italiano di Cultura; la disponibilità di nuovi libri, film e materiale didattico forniti dal Ministero italiano degli Esteri; la possibilità per gli studenti dell'università libanese di continuare i loro studi presso un'università italiana, nel quadro di un master comune. Questa doppia laurea, italiana e libanese, permetterà loro di intraprendere gli studi di dottorato in Italia; poi ancora lo svolgimento di tirocini in aziende italiane che consentiranno agli studenti libanesi di migliorare ulteriormente la conoscenza della lingua italiana.
L'accordo mira inoltre ad incoraggiare gli studenti di italiano presso le scuole secondarie libanesi che partecipano al progetto pilota italiano come seconda lingua, sostenuto dal Ministero degli Affari Esteri italiano, a proseguire i loro studi accademici e a lavorare in diversi settori d'interesse nella vasta gamma di relazioni tra i due Paesi. L'Ambasciatore italiano Gabriele Checchia ha spiegato che "con questo accordo vogliamo incoraggiare ulteriormente i giovani libanesi ad imparare l'italiano ed a promuovere la cooperazione inter-universitaria tra i nostri due Paesi. Credo che la conoscenza della lingua italiana possa offrire nuove opportunità agli studenti libanesi: l'italiano non è soltanto associato all'arte, alla musica, alla letteratura ed al cibo: l'Italia è uno dei Paesi più industrializzati, un membro fondatore dell'Unione Europea che ha delle relazioni commerciali crescenti con il Libano e con tutto il Medio Oriente. Le imprese italiane che operano in settori all'avanguardia quali l'hi-tech, il design e la moda sono alla ricerca di giovani professionisti che padroneggino l'italiano, l'arabo, l'inglese e il francese". (ItalPlanet News)
giovedì 19 febbraio 2009
A Lucca niente kebab nel centro storico
Siamo arrivati a questo punto in Italia?! Lucca vieta la vendita di kebab e cibi da fast food nel centro storico e Firenze sta già vagliando un simile provvedimento?!
Posto di seguito l'articolo a cura di Ernesto Ferrara
Repubblica — 31 gennaio 2008 pagina 1 sezione: FIRENZE
Lucca dice basta ai kebab all' interno delle mura del centro storico: quelli già esistenti potranno restare, ma aprirne di nuovi sarà impossibile. Lo dice la delibera approvata dalla giunta guidata dal forzista Mauro Favilla: i kebab e, in generale, «tutte le attività di preparazione gastronomica e vendita similari», sono «incompatibili con le esigenze di valorizzazione del patrimonio storico e ambientale e con le esigenze di qualificazione del centro storico». In realtà i kebab sono solo l' ultimo tassello di una politica di salvaguardia del centro storico iniziata nel 2000, quando l' allora sindaco Pietro Fazzi scrisse la prima lista nera di attività bandite dalle Mura: pizzerie al taglio, fast food, negozi di articoli da mare, da nautica, roulottes, sexy shop, centri commerciali di medie o grandi dimensioni. Ma anche discount ed esercizi che «praticano prezzi fortemente scontati e hanno una dotazione sommaria di arredi semplici». Tutto questo era già vietato. Quest' anno poi, su esplicita richiesta delle categorie economiche, il Comune ha avviato una ricognizione sul territorio per accertare se i kebab fossero «compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio edilizio, architettonico e storico del centro». E da cui si evince che «nell' ultimo anno c' è stata una proliferazione di nuovi esercizi commerciali che esercitano attività con prodotti e allestimenti non riferibili alla tradizione italiana e toscana». E che una loro ulteriore crescita - continua - comporterebbe una penalizzazione degli esercizi tipici del centro. Così l' assessore al commercio Filippo Candelise, preoccupato per la crescente fuga (o chiusura) di negozi storici o di livello in centro, ha dato l' accelerata al nuovo giro di vite. «Ma non abbiamo nulla contro i kebab - dice il sindaco Favilla, preoccupato di fugare ogni accusa di razzismo - è una questione di decoro e di immagine. Di kebab ce ne sono evidentemente a sufficienza: per riempire la città di un turismo qualificato c' è bisogno di scelte che tutelino l' immagine storica della città».