lunedì 5 gennaio 2009

«Il bambino incantato» di Rashid O.


L’infanzia e l'adolescenza di Rashid in Marocco vengono ritratte in modo incredibilmente realistico, dense di particolari che scioccano sia il lettore arabo-musulmano sia quello occidentale.
Ho acquistato il libro senza sapere che mi sarei trovata di fronte a un libro così forte, ma l'ho letto – divorato direi – in poche ore ..

I rapporti di Rashid con gli uomini, sin da ragazzino, avvengono sotto gli occhi di tutti, nessuno resta scioccato dalla predilezione di un uomo verso un bambino o viceversa dall’attrazione di un bambino per gli uomini adulti. Il libro, scritto in francese e pubblicato in Francia (in Marocco non avrebbe mai potuto veder luce) ripercorre con estremo realismo le esperienze inspiegabilmente crudeli e scioccanti dell’adolescenza di Rashid.

Rashid perde la madre da piccolo e sarà la sorella a farne le amorevoli veci. Nel corso della narrazione, scopriamo la presenza di un nonno invadente, che gioca col nipotino in modo diverso rispetto a quello consono di attenzionare un bambino.
Rashid è l’ultimogenito, vive in una “casa di donne”, lo diverte trascorrere intere giornate con loro, andare al hammam femminile, sbirciare le loro storie e i loro racconti sugli uomini ed è proprio attraverso quei “discorsi sugli uomini” che realizza di provare un desiderio omosessuale, ma non osa confessarlo a nessuno.

Ha vari approcci con l’omosessualità, ancor prima che nasca in lui la malizia, fin quando all’età di 12 anni intraprende una relazione morbosa col suo professore di arabo.
È l’inizio, il principio di un’autentica consapevolezza dell’essere gay, ma è possibile che a 12 anni un bambino abbia già realizzato di essere gay? Rashid è quel che si definisce una vittima di pedofili – uomini adulti, sposati, fidanzati, divorziati – che approfittano del suo corpo.

La figura del padre, aleggia in ogni pagina, per poi trovare spazio autonomo nella parte conclusiva del romanzo, un padre che malgrado fosse marocchino – come più volte dice Rashid – era molto aperto e guidato, nei giudizi e nelle scelte, più dall’amore verso i figli che dagli usi e costumi, nonché relativi tabù della società marocchina.

2 commenti:

Titti ha detto...

Ciao, un blog che è un po' la tua vita vero? Un saluto

babalkalimat ha detto...

Sì, esatto titti!Per me il blog è esprimere me stessa e il mio mondo, scrivere delle cose che amo leggere, vedere, sentire e provare a trasmetterle per non farle morire.
A presto - S.